Accompagnati
da Suor Giuseppina e Suor Pia. un gruppo di rappresentanti della Famiglia
Gianelliana abbiamo partecipato alla via Crucis che si è svolta nel pomeriggio
del 27 marzo all’interno del carcere di Rebibbia.
Ė
stata una vera "Via Crucis... Mentre aspettavamo l'inizio della preghiera,
quattordici fratelli detenuti erano in fondo alla chiesa, ognuno sorreggeva una
croce bianca numerata. All’inizio è stata portata una "grande Croce" e posta al centro del
presbiterio, costruita con i legni dei barconi approdati a Lampedusa con il
loro carico di disperazione e di morte. Ad ogni stazione un detenuto portava la
sua croce e al termine della preghiera di fronte a noi, ai lati della Grande
Croce, c’erano questi quattordici nostri
fratelli con le loro croci. Di qualcuno potevamo carpirne lo sguardo di
rassegnazione, imbarazzo, sconforto, speranza… molti tenevano gli occhi bassi, uno
di loro ad un certo punto ha appoggiato il capo sulla sommità della croce che
sorreggeva e lì è rimasto quasi per tutto il tempo.
Al
termine della liturgia della Via Crucis, i nostri fratelli sono ritornati in
cella, a noi è rimasto impresso nella mente e nel cuore, il sorriso di molti
quando li abbiamo salutati per gli auguri della Santa Pasqua. All'uscita dalla
chiesa si è presentato al nostro sguardo uno spettacolo meraviglioso, un grande arcobaleno di 180
gradi attraversava la cupola della Chiesa…
E' straordinario! dietro ad un muro di cinta emerge un arcobaleno che accende la speranza
a persone che vogliono uscire da un tunnel senza "colori". E noi
glielo auguriamo con tutto il cuore.
Il
grande portone di ferro si è chiuso alle nostre spalle: Dio è rimasto
all'interno di quel portone, perché Dio è MISERICORDIA!
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