mercoledì 3 novembre 2010

RICONCILIARSI CON LA FRAGILITA'


Carissimi/e, mi è piaciuta questa riflessione e la voglio condividere con tutti voi; ha come protagonista un bambino di quattro anni e un uomo anziano rimasto vedovo. Questa la storia: Un uomo si era sposato molto giovane, aveva vissuto con la moglie più di sessant'anni, non aveva figli e la separazione era lacerante. Un giorno il bambino lo vide seduto su una panca del cortile di casa: piangeva. Il piccolo lasciò i giochi e andò a sedersi sulle ginocchia del vecchio; trascorse così un po' di tempo con lui. La mamma assistette alla scena dalla finestra e, quando il figlio rientrò, gli chiese: "che cosa gli hai detto?" "Niente, l'ho solamente aiutato a piangere!"
Noi adulti avremmo aspetato il momento opportuno, ci saremmo interrogati sulle parole giuste da dire, forse quel pianto ci avrebbe inbarazzati. Un bambino invece è abituato a fare i conti con la fragilità, deve ancora imparare a nasconderla.......... "Che cosa gli hai detto?", chiese la mamma al bambino. Che cosa diciamo noi a chi ha bisogno di compassione?
Nicola Tonello

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